C’è stato un periodo, fortunatamente breve, durante il quale si pensò che “intasare”, quindi zavorrare, l’erba sintetica soprattutto nell’uso sportivo doveva essere una scelta di ripiego, con l’unico obiettivo di ottenere tanto peso a poco prezzo.
Quale soluzione ottimale, se non macinare finemente materiali gommosi o plastici di scarto e distribuirli accuratamente sul manto di erba sintetica?
Questa pratica, già fortemente sconsigliata o addirittura vietata nei paesi europei che per primi avevano avviato la posa di campi da calcio in erba sintetica, venne prontamente adottata dai sedicenti esperti delle aziende di posa italiane.
Fortunatamente, fin dalle prime esperienze si capì che una soluzione simile, oltre a servire come smaltimento non controllato di chissà quali scarti, era ai limiti della tossicità e venne rapidamente abbandonata, sostituita da metodi ben più costosi ma dal risultato estetico e sanitario garantito.
Questo fatto, certamente non secondario, era all’origine dei cattivi ricordi della famiglia di Martina. I genitori della bambina ostacolavano a gran voce il progetto i-Garden per la scuola elementare del paese, adducendo a supporto proprio questi dettagli sull’intaso e sui rischi connessi alla salute dei piccoli.
Ma i tempi sono cambiati: da molto tempo gli intasi che completano la posa di un prato in erba sintetica vengono eseguiti con materiali sani, inerti, controllati e certificati.
i-Garden ha imparato da Royal Grass la tecnica della doppia posa di sabbie di diversa granulometria. Un sistema certificato originale che consente di zavorrare il prato con materiali di lunga durata, pulizia e stabilità. Basterà questa informazione per convincere il comitato genitori?
Il compleanno di Cinzia è vicino…

Approfondimenti:
http://www.royalgrass.com/about/royal-grass-is-as-safe-as-toys
(in inglese: contiene le indicazioni e le certificazioni di sicurezza dei sistemi Royal Grass distribuiti da i-Garden)